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“Nivuru è il titolo del mio secondo album. In siciliano significa Nero e rappresenta germoglio e fioritura di tutti gli ascolti e il vissuto fatti a partire da Sfardo. è un disco luminoso, un cesto di frutta matura, un tripudio di ombre e colori: da sempre il Nero ha un significato ambivalente, di eleganza o lutto, prosperità o abisso, ma scientificamente si manifesta perché non respinge nessuna luce, le assorbe tutte, e quindi non rimanda nessun colore.
La tracklist si presenta come un viaggio dentro la freschezza e la sensualità della mia terra tra ritmi vivaci e sospensioni improvvise. Sento bollire la Sicilia nel sudore provocato dal contatto con l’altro, nell’inclusione della morte nel sesso, nel senso di festa e di colpa, in un’emozione dolce e violenta. Dal funk alla musica brasiliana il sound di Nivuru è più che mai articolato, ricco di percussioni e arrangiamenti meticolosi, ma lascia comunque spazio a dei momenti in cui la chitarra e la voce vellutata di Bondì hanno pieno risalto.
Tutti e nove i brani possono essere considerati canzoni d’amore, le quali inarcano una vera fenomenologia del rapporto a due: dal corteggiamento (Dammi una vasata), alla fantasia di volare sul mare e stare insieme nonostante la distanza (L’amuri miu pi tia), da promesse che rispolverano un modo antico di dire “ti amo” (Puddicinu a luna), a un rapporto amaro tra padre e figlio ispirato dalla storia vera di un pilota palermitano di F1 (Un favuri) o a quello disastroso tra un voyeur e la donna bramata (Savutu), dal maremoto che provoca la fine di una storia (Si fussi fimmina) all’isolamento successivo (Cafè).
A un primo ascolto Nivuru potrebbe sembrare una festa ma scendendo in profondità nei testi si vede pulsare viscera, sensualità, carne e ricerca di spiritualità. Io credo che ci sia anche molto silenzio: tutti i pezzi vestono un abito di buio, nella dolcezza e nella disillusione, nel ritmo e nella corona.
Gli ultimi anni sono stati un affastellamento di viaggi, ascolti e dialoghi con altre culture, lingue, suoni ma anche di riflessioni e meditazioni, di scoperte interiori. Questo disco ne è la condensa e la pioggia.” Alessio Bondì